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SISTEMI DOMOTICI A CONFRONTO

Nel tentativo di mettere i sistemi domotici a confronto tra quelli presenti sul mercato, ho identificato cinque criteri chiave, in base ai quali assegnare ad ogni soluzione un punteggio. I cinque criteri erano:

  • livello di integrazione
  • costo
  • affidabilità
  • flessibilità di programmazione
  • espandibilità futura

Negli ultimi 4 anni sono nati nuovi sistemi di domotica e altri sono stati completamente abbandonati o hanno perso quote di mercato. Il settore è ancora in fermento: la novità principale è stata probabilmente la diffusione di soluzioni wireless. Di recente anche i big dell’informatica, come Google e Apple, hanno mostrato il loro interesse verso la domotica e cominciano a proporre le proprie soluzioni (per ora molto parziali). Tuttavia credo che ancora oggi, questi cinque punti fondamentali possano essere utilizzati per mettere i diversi sistemi domotici a confronto in modo oggettivo, pur nella consapevolezza che, sulla decisione finale di quale sistema adottare, peseranno anche altre valutazioni, come il design dei prodotti, la disponibilità di tecnici qualificati per l’installazione, gli interessi personali di ciascuno di noi.

Prendere in considerazione tutti i sistemi esistenti sul mercato è virtualmente impossibile. Analizzo qui le proposte più diffuse sul mercato italiano, ed in particolare:

Sistemi domotici a confronto

Che cosa è la domoticaVale una seconda premessa prima di procedere con i sistemi domotici a confronto. Indipendentemente dalle qualità intrinseche di ogni soluzione e/o prodotto è fondamentale che questa sia adeguatamente supportato sul vostro territorio, e che vi siano tecnici di comprovata esperienza in grado di programmare l’impianto. Quest’ultimo aspetto è spesso trascurato. Il colloquio con il programmatore deve avvenire in fase preventiva, prima ancora di valutare un qualsiasi preventivo. È essenziale conoscere di persona il tecnico che vi seguirà. Il risultato finale dipende dalle qualità del programmatore (system integrator ), più di quanto non dipenda dalla qualità del prodotto/sistema.

bTicino MyHome

Passiamo ora al sistema forse più diffuso sul mercato italiano: il MyHome di bTicino, oggi Legrand. Il MyHome è un sistema che si basa su un protocollo (SCS) di proprietà della bTicino. Questo significa che i componenti dell’impianto parlano una loro lingua. I componenti MyHome non sono in grado di comunicare nativamente con prodotti non-bTicino; per ovviare a questo limite è stato introdotto un secondo protocollo, questa volta aperto, chiamato OpenWebNet, attraverso cui il sistema bTicino può comunicare con altri dispositivi attraverso un gateway (un interprete).

Il catalogo di prodotti MyHome è uno dei più completi, il che rende possibile realizzare quasi tutte le funzioni di una casa moderna solo con prodotti MyHome, mentre paga un po’ il conto nel terziario perché non si integra in modo nativo con tutti gli altri produttori. L’azienda ha da sempre un particolare “occhio” per il design: per dirne una è stata tra le prime a introdurre tastierini a sfioro in vetro retroilluminati a led. Una soluzione che ha avuto grande successo di mercato e di imitazioni. Il catalogo è un po’ povero per la parte touch screen, dove troviamo solo tre modelli: il piccolo 4″, uno dei prodotti più longevi nella sua categoria; il 10″, che in realtà è un videcitofono touch screen integrato nella domotica, e il 15″, un PC con windows e un software nativo bTicino per il controllo dell’impianto.

Imprescindibile, come per tutti gli impianti di domotica, è la gestione da smartphone e tablet, sia iOS che Android. Qui per la verità si verifica un caso senza precedenti. L’App ufficiale bTicino è di per se molto più limitata rispetto a quelle realizzate dai programmatori indipendenti.

esempio-impianto-domotica-KNXL’integrazione con la videocitofonia è uno dei punti forti di bticino. Ovviamente si parla di integrazione esclusivamente con il sistema 2 fili aziendale ma, di fatto, fino a poco tempo fa era l’unica soluzione integrata che funzionasse davvero. Grazie all’OpenWebNet e all’attività di una community di sviluppatori indipendenti supportati da bTicino, il livello di integrabilità del sistema è costantemente aumentato nel tempo. È difficile però superare i limiti strutturali di un sistema nato inizialmente chiuso: rispetto alle altre soluzioni di domotica analizzate qui, l’integrabilità resta comunque bassa.

L’affidabilità del bTicino MyHome è elevata e comprovata da anni di presenza nel mercato: forse è l’unico sistema domotico che può vantare impianti funzionanti da oltre 20 anni. La parte elettromeccanica degli attuatori è un po’ “leggera”, i componenti tendono quindi a danneggiarsi con il tempo, specie se collegati, come spesso avviene oggi, a trasformatori per LED, ma questo non inficia il sistema nel suo complesso. I prodotti MyHome non sono completamente programmabili. In realtà la programmazione consiste nel selezionare uno, tra i vari “preset” precaricati in fabbrica. La vera e propria programmazione la si fa a livello di supervisione, con il server scenari ed il webserver. L’introduzione di questi dispositivi “programmabili” ha fatto fare al MyHome un balzo da gigante nella flessibilità di programmazione. Il prezzo da pagare è una forte centralizzazione dell’intelligenza del sistema domotico. Insomma, più le funzioni richieste all’impianto sono evolute e complesse, più l’impianto dipenderà dal server scenari. Il MyHome è un sistema scalabile. Inoltre la solidità della bTicino lascia ben sperare sul supporto al prodotto nel lungo termine.

Konnex

Procedendo con i sistemi domotici a confronto, passiamo al konnex che è tutto l’opposto del sistema MyHome. I più grandi player mondiali di building automation supportano Konnex, tra di essi troviamo ABB, VIMAR, Schindler ELETRIC, etc.. È un sistema plurimarca (attualmente partecipano al consorzio più di 300 produttori). Diverse aziende adottano una lingua comune per consentire ai propri dispositivi di dialogare con quelli di altre aziende. Il protocollo di comunicazione è aperto (il che non significa che sia gratuito), per cui chiunque può sviluppare prodotti e software per il Konnex.

Il konnex è nativamente integrabile in qualsiasi altro sistema domotico. È oggi uno degli standard per la domotica più diffusi al mondo, e di sicuro è lo standard aperto più diffuso in Europa, ragion per cui esistono interfacce per consentire l’integrazione con qualsiasi altro prodotto/sistema.

Il catalogo Konnex è di fatto la somma dei cataloghi dei circa 300 produttori consorziati. Difficile reggere il confronto anche per un colosso come bTicino. Infatti la nuova capogruppo, Legrand, ha spinto verso la realizzazione di gamma di prodotti per la domotica a standard Konnex.

domotica-a-confrontoL’affidabilità del Konnex è elevatissima. Anche qui parliamo di un sistema domotico che ha diversi anni di onorata carriera. La programmazione dei componenti Konnex, qualsiasi sia il produttore, viene eseguita con un tool unico che si chiama ETS. Questo consente al system integrator di programmare un impianto indipendentemente dai prodotti installati. La programmazione avviene sempre nell’ambito di parametri definiti dal produttori, ma la flessibilità è elevata, anche perché molti dispositivi integrano funzioni logiche evolute, fino a veri e propri mini-PLC (I PLC sono i computer utilizzati nelle automazioni industriali).

L’espandibilità futura dell’impianto è assoluta. Un impianto può essere aumentato nelle funzioni e nelle dimensioni quasi senza limiti. Con il konnex si può realizzare un monolocale come un aereoporto. L’elevato numero di produttori e l’intercambiabilità dei prodotti tra un’azienda e l’altra, rende abbastanza sicuri della disponibilità di ricambi e di supporto in futuro.

Quindi nei sistemi domotici a confronto, Konnex contro MyHome sembrerebbe una partita vinta, ma non è proprio così. In primis un impianto konnex costa mediamente più di un impianto equivalente realizzato con MyHome. Incide in questo senso, sia il maggior costo dei singoli dispositivi, sia un maggior costo di programmazione da sostenere.

Gewiss

Aziende che si sono inserite nel mercato successivamente, come la italiana Gewiss, hanno provato ad adottare una terza via, che potremo definire intermedia, tra le due: l’easy-konnex. Il konnex infatti è nato in due versioni, lo standard mode, quello di cui abbiamo parlato sopra e che si programma con ETS, e l’easy mode, una versione semplificata in cui la programmazione dei dispositivi avviene attraverso una centralina dedicata. Questa soluzione dovrebbe unire i vantaggi del protocollo aperto konnex con il minor costo di un sistema proprietario come bTicino. Inoltre, non essendo necessaria la programmazione con ETS, non c’é il costo a parte del programmatore.

Entrambe le aziende citate, Gewiss e Vimar, hanno poi affiancato a questa linea di prodotti una più ristretta gamma di prodotti in Konnex “puro”. L’idea è quella di poter realizzare un impianto domotico a minor costo, che possa essere poi upgradato in un sistema konnex completo. Sembrerebbe la quadratura del cerchio, ma l’upgrade non è del tutto scontato anche perchè al momento di realizzarlo sarà necessario riprogrammare in ETS anche i componenti inizialmente programmati in easy mode. Inoltre contemporaneamente i prezzi dei componenti Konnex standard scendono, e i sistemi easy sentono la concorrenza dei loro cugini evoluti.

Insomma come sempre la soluzione perfetta non c’è. Il mercato si è però evoluto e orbita sempre di più attorno a poche soluzioni stabili, a vantaggio dei clienti finali e dei system integrator, che possono confrontarsi su soluzioni manutenibili nel tempo.

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